Il titolo dell’articolo è, naturalmente, provocatorio. Ne avrete sentito parlare, ché la stampa italiana è brava a fare informazione con i titoloni scandalisti o indignati: Anniken Jørgensen, fashionblogger svedese di 18 anni, ha denunciato il dietro le quinte della produzione di abbigliamento low cost, coinvolgendo H&M. Nessuno scandalo per chi conosce questa triste realtà, solo l’ennesima presa di coscienza che la moda sostenibile deve essere prima di tutto etica in termini sociali. Prima di demonizzare H&M o chi per esso, sarebbe bene fare un paio di considerazioni sulla questione. E non perché santificare i colossi del fast fashion sia cosa buona e giusta, né per una questione di markette, ma unicamente perché credo che fare moda sostenibile significhi in primis fare informazione sostenibile. Il che si traduce in possibilità di contraddittorio, come provo a fare in questo articolo scritto per Fashionblog. Il dibattito è aperto.
21/10/2014